BAMBINI
"Se v'è per l'umanità una speranza di salvezza e di aiuto,
questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l'uomo."
Montessori M.
EMOZIONI
Imparare a gestire, riconoscere e verbalizzare le emozioni è un compito evolutivo importante quanto imparare a parlare e camminare. Spesso la sfera emotiva passa in secondo piano e quindi nessuno si preoccupa di insegnare al bambino come gestire e riconoscere la rabbia, la paura, la vergogna o a canalizzare l'euforia e la felicità. Per questo motivo capita di trovarsi di fronte a dei bambini che non sanno cosa stanno provando e tanto meno riescono a gestirlo.
In questo senso un percorso psicologico si pone l'obiettivo di rendere il bambino maggiormente consapevole del perché prova determinate sensazioni e di conseguenza lo aiuta a capire come usare tale informazioni per autoregolarsi nelle interazioni con gli altri.
SCUOLA
Mio figlio/a...
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va male a scuola!
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fatica a svolgere i compiti scolastici
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impiega tempi eccessivamente lunghi per studiare
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non ha trovato un metodo di studio adatto a lui/lei
Suo figlio/a...
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in classe si distrae facilmente e continuamente
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si dimentica spesso il materiale e fatica a scrivere i compiti sul diario
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non presenta un adeguato metodo di studio
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è lento nella lettura; compie molti errori ortografici; fatica ad apprendere le tabelline
La scuola rappresenta un ambiente fondamentale per lo sviluppo psicologico dei bambini e dei ragazzi, ma non sempre quest'ultimi hanno le risorse adatte per fronteggiarla. Può capitare che durante il percorso scolastico di ognuno emergano delle difficoltà, legate per esempio alla lettura, scrittura o alla matematica; o ancora al metodo di studio, all'organizzazione del materiale scolastico oppure alla concentrazione e attenzione. A volte queste difficoltà risultano passeggere, altre volte persistono. In quest'ultimo caso facciamo riferimento ai Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA). ossia disturbi del neurosviluppo che inficiano la capacità di leggere (DISLESSIA), scrivere (DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA) e calcolare (DISCALCULIA) in maniera corretta e fluente.
In questo senso un percorso psicologico si pone l'obiettivo di valutare l'apprendimento di ogni bambino/ragazzo mediante l'utilizzo si specifici strumenti testistici, sulla base dei quali è possibile proporre successivamente un percorso di potenziamento delle abilità maggiormente deficitarie, fornendo strategie adeguate per affrontare le richieste scolastiche e valorizzando i punti di forza del bambino/ragazzo. Tutto ciò permetterà di lavorare indirettamente anche sull'autostima, sull'autonomia e sul senso di autoefficacia per vivere la scuola con serenità e sicurezza.
Questo obiettivo richiede l'attivazione di un lavoro di rete che include la famiglia e la scuola.
COMPORTAMENTO
I comportamenti rappresentano la manifestazione del nostro stato interiore. Di fronte ad una situazione di malessere, i bambini possono mettere in atto un comportamento piuttosto che un altro, esprimendo così bisogni più profondi ed esplicitando lo stato interiore che in quel momento li caratterizza.
Ogni bambino è diverso, così come la modalità con cui un disagio può essere espresso: alcuni bambini tendono a chiudersi in se stessi, altri invece rendono maggiormente esplicita la propria frustrazione mediante comportamenti a volte invalidanti.
Di seguito alcuni comportamenti che richiamano stati di malessere in età evolutiva:
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Difficoltà ad accettare e rispettare le regole
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Atteggiamento provocatorio e aggressivo
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Esplosioni di rabbia
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Comportamenti di bullismo
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Disturbi del sonno e dell’alimentazione
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Somatizzazioni (mal di pancia, mal di testa..)
TEMI SCOMODI
Le parole non dette: perdita e lutto.
Spesso vi è la tendenza da parte di molti adulti ad allontanare la morte dal mondo dell’infanzia, nella convinzione che ciò possa proteggere i bambini e garantire loro una armoniosa crescita psicologica.
L’adulto crede in questo modo di proteggerli dal dolore evitandogli sofferenze ma questa è una modalità che da un lato abbandona alle manifestazioni mediatiche le rappresentazioni della morte e del morire e dall'altro produce un alone di mistero su una realtà verso la quale i bambini si pongono delle domande.
Il bambino “sa” che esiste la morte, ed è naturale che voglia saperne di più. Se non riceve alcuna spiegazione, nel momento in cui si trova a dover affrontare questa situazione, egli comprende che sta accadendo qualcosa di molto importante ma non riesce a coglierne il senso. In tal caso è comprensibile che il bambino si senta a disagio e lo esprima attraverso comportamenti anomali, come senso di agitazione diffusa, ansia, risvegli notturni, paura.
In questo senso un percorso psicologico ha l'obiettivo di aiutare i bambini a diventare adulti maggiormente consapevoli, dando a loro e alle proprie famiglie, la possibilità di parlare e riflettere intorno a temi che spesso sono difficili da affrontare, come quelli della morte e del morire.